Un estratto dal libro  

L’educazione come cura dei sentimenti


«Senza la cura dei sentimenti, senza una educazione ai sentimenti è a rischio le tenuta del nostro Io (inconscio del singolo), della nostra collettività (inconscio collettivo), in ultima analisi: è a rischio la nostra civiltà. E, infatti, è pensabile una società senza sentimenti? Senza sentimenti collettivi? E d’altra parte: se dominano i sentimenti collettivi, c’è ancora un sentimento individuale? Il singolo agisce o è agito? Crollano archetipi e i miti costruiti su di essi. E nuovi archetipi vengono generati per nuovi miti sui quali ergere una nuova dimora per i nostri sogni e le nostre speranze; prova di ciò è il fatto che i sentimenti, diversamente dai miti e dagli archetipi di turno, non possono essere mai messi da parte. Senza i sentimenti non c’è l’uomo. Ecco allora il rinnovarsi di nuovi miti: la prestazione, l’efficienza, la competitività e il calcolo, il denaro nell’oblio e rimozione forzata della sfera emotiva. La paideia sposta il suo baricentro dall’uomo (ricerca del senso) alle macchine e ai robot. L’uomo-macchina, efficiente, produttivo, sostituisce l’uomo portatore di sentimenti e di passioni. L’archetipo del consumo al posto del cuore».

Michele Borrelli, Nuovo umanesimo o nichilismo. Grandezza e miseria dell’Occidente, Asterios Editore, Trieste 2017, § 10.4 L’educazione come cura dei sentimenti, p. 189.










 

Michele Borrelli

Nuovo umanesimo o nichilismo. 

Grandezza e miseria dell’Occidente

Con un saggio di Karl-Otto Apel

Asterios Editore, Trieste 2017

 

OMNIA SUNT COMMUNIA

La  presente ricerca pone al centro delle sue riflessioni l’idea di umanesimo nel pensiero occidentale. L’analisi interessa fondamentalmente tre passaggi (o paradigmi): l’umanesimo delle origini o dell’appartenenza, l’umanesimo della modernità o dell’emancipazione e l’umanesimo del futuro o della responsabilità planetaria, ultima spiaggia per la sopravvivenza dell’umanità.
La ricerca dimostra non solo l’importanza storica dei primi due umanesimi nel pensiero dell’Occidente, ma anche e soprattutto la necessità esistenziale globale di riunificarli e aprire a una terza forma di umanesimo: l’umanesimo della responsabilità planetaria. Un umanesimo (nuovo, planetario) in grado di unire gli sforzi storici dell’emancipazione dell’uomo con i luoghi di appartenenza (l’idea originaria di phisis e l’idea di kosmos), che potremmo tradurre oggi con le voci: (ricerca di) umanità e (cura e difesa della) natura. L’umanità è, in questo senso, la ricerca continua di una paideia universale all’insegna di un’etica minima condivisibile da tutti i popoli. Un umanesimo dell’emancipazione, in rottura e non in unione con l’umanesimo dell’appartenenza, trascina l’Occidente (e globalmente) verso la perdita dell’idea di umanità, sulla via inesorabile di una deriva nichilistica.

 

Che cos’è la vita buona?

Il futuro è una categoria etica, un’idea regolativa per portare avanti una buona vita in responsabilità e moralità. Non bastano le conoscenze e i saperi, abbiamo fortemente bisogno di moralità per orientarci nell’orizzonte dei principi di una buona vita; allo stesso tempo, abbiamo bisogno del cuore per muovere e smuovere la responsabilità di coscienze ferme al sonno dell’indifferenza. La responsabilità è una questione etica, ma senza i sentimenti, senza il cuore, anche l’etica rimane sospesa, fredda, inerme. Senza l’empatia, non si entra nel rispetto, nel riconoscimento, nell’affetto per l’altro e per le cose. Il passaggio dall’Io al Noi non è, come qualcuno teme, la negazione del sé, la perdita della propria identità. L’inter-relazione è riconoscimento reciproco, rispetto reciproco. Ecco perché l’educazione alla mondialità si dispiega su due piani: da un lato, sul piano antropologico che è lo sviluppo dell’uomo nella sua integralità e che presuppone i tre più volte menzionati ambiti di scienza, morale e arte e, dall’altro, sul piano della convivenza pacifica planetaria dei popoli, nella difesa e nella cura della vita (non solo umana) e della terra.

 

Michele Borrelli è professore ordinario di Pedagogia Generale all’Università degli Studi della Calabria; già professore universitario nella Bergische Universität Wuppertal, ha insegnato anche nella Goethe Universität di Francoforte, nella Justus Liebig Università di Gießen e nell’Università di Norimberga. Ha pubblicato varie monografie nelle case editrici tedesche: Metzler (Stoccarda), Ehrenwirth (Monaco), Schoeningh (Paderborn), Schneider (Baltmannsweiler). È Presidente del Centro Filosofico Karl-Otto Apel e del Premio Internazionale Karl-Otto Apel per la Filosofia. Ha fondato e cura «Topologik», Rivista Internazionale di Scienze Filosofiche, Pedagogiche e Sociali. Nel 2017 riceve dal Presidente della Repubblica Federale Joachim Gauck l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania per i suoi particolari meriti in ambito dello scambio scientifico italo-tedesco. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo le più recenti: Ermeneutica trascendentale e fondazione ultima di filosofia e scienza – Introduzione al pensiero di Karl-Otto Apel, Pellegrini, Cosenza 2008; Lettere a Kant – La trasformazione apeliana dell’etica kantiana, 3a ed., Cosenza, 2010; Filosofie contemporanee (con R. Fornet-Betancourt) Cosenza, 2010; Postmodernità e fine della ragione, Cosenza, 2010; La ricerca del fondamento in pedagogia – Contro una pedagogia ridotta a scienza empirica, Cosenza, 2011; L’intercultura: filosofia e pedagogia (con K.-O. Apel, R. Fornet-Betancourt, R. Panikkar), Cosenza, 2011; Il tramonto della paideia in Occidente, Cosenza 2013; Il pensiero pedagogico, intervista di Francesca Caputo, Cosenza, 2014; La fondazione dell’etica e la responsabilità per il futuro (con K.-O. Apel, A. Colombo, A. Cortina, R. Fornet-Betancourt, H. Burkhart), 2a ed. 2014.

Di Karl-Otto Apel ha tradotto in italiano e curato i saggi recenti più significativi: Lezioni di Aachen e altri scritti, Pellegrini, Cosenza, 2004; Cambiamento di paradigma. La ricostruzione trascendentalermeneutica della filosofia moderna, Cosenza, 2005; Ermeneutica e filosofia trascendentale in Wittgenstein, Heidegger, Gadamer, Apel, Cosenza, 2006. Ha, inoltre, curato (con M. Kettner), Laudatio in honorem Karl-Otto Apel per il suo 85esimo compleanno, Cosenza 2007 e la Festschrift: Scritti in onore di Karl-Otto Apel per il suo 85° compleanno, Cosenza, 2007.