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Le riflessioni qui sviluppate mettono,
da un lato, in evidenza alcune aporie da cui Kant
non è uscito sia per quanto concerne l’ambito
della fondazione etica (separazione e inconciliabilità di Io empirico ed
Io trascendentale) sia per quanto concerne l’ambito della conoscenza
(separazione rigorosa e inconciliabile di
Verstand e Vernunft);
dall’altro dimostrano che se al soggetto-conoscenza
solus ipse e
pre-linguistico, teorizzato da
Kant, affianchiamo la
suddivisione-distinzione di ragione teoretica e ragione
pratica, notiamo che nonostante il tentativo della Critica del
giudizio intesa come anello di congiunzione tra mondo fenomenico
(Critica della ragion pura) e mondo
noumenico (Critica della ragion pratica), non solo la
ragione umana ha difficoltà a trovare la sua
autosintonia (Selbsteinstimmigkeit)
a cui Kant tanto aspirava, ma diventa anche
impossibile portare avanti il tentativo kantiano di voler fondare
universalmente l’etica e, in ultima istanza, la filosofia e la scienza.
Per superare le aporie e il conflitto creati da
Kant in seno alla stessa ragione e pensare in termini di
fondazione dell’etica o di filosofia e scienza e/o di scienze sociali, le cinque lettere qui
indirizzate a Kant sono state pensate come
riflessioni alternative secondo la chiave di lettura
trascendentalpragmatica, in base al doppio
passaggio elaborato da Karl-Otto
Apel: dall’Io conoscente al co-soggetto o intersoggetto e dalla
separazione-distinzione di ragione pratica, ragione teoretica e ragione
estetica all’unitarietà di queste tre accezioni di ragione nella ragione argomentativa.
In
tutta una serie di passaggi, in cui viene chiamata in causa la fenomenologia quanto l’ermeneutica, la logica delle
scienze sociali quanto la teoria della conoscenza, la “fine della
filosofia” quanto una sua riproposizione in
chiave postmetafisica, le Lettere a
Kant mettono a fuoco i molti problemi
odierni che minacciano l’umanità e le possibili soluzioni sul piano
teoretico e pratico che l’etica del discorso di
Karl-Otto Apel,
diversamente dall’etica formulata da Kant,
ha saputo elaborare in modo chiaro, illuminante e controcorrente.
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