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Il volume si articola su più fronti teorici. Sul fronte
analitico (a cui si è riservato molto spazio in questo volume), Hans Albert,
con un ampio saggio, risponde alla pragmatica
trascendentale di Karl-Otto Apel e contesta, in riferimento al principio
fallibilistico, la possibilità di un fondamento ultimo (Letztbegründung),
ovvero di una riconduzione della conoscenza scientifica e filosofica ad una
base certa ed infallibile. Gerard
Radnitzky (amico stretto di Popper), sulla stessa linea teoretica
dell'interpretazione fallibilistica di conoscenza e verità, discute la
trasferibilità dell'epistemologia critico-razionalistica agli ambiti della teoria della conoscenza
e della filosofia politica. Sul fronte della teoria critica, Albrecht Wellmer
(illustre interprete dell'estetica di Adorno), rilegge le categorie del
comprendere (Verstehen) e dell’interpretare (Deuten) da
un'angolazione teoretica che - passando attraverso Gadamer e Davidson -
porta, con Wittgenstein, oltre Wittgenstein e, cioè, ad un concetto critico
di ermeneutica.
Peter Bieri ed Hermann Lübbe si confrontano con i concetti di libertà e
religione: il primo mette a fuoco le aporie che determinano il concetto di
libertà; il secondo prende in esame il concetto di religione nell’accezione
di religione politica, ovvero la strumentalizzazione ai fini politici che
della religione si è avuta nel periodo del nazionalsocialismo e del
socialismo reale.
Il volume include, infine,
un'ampia presa di posizione relativa al postmoderno in filosofia, in cui il
curatore estende la critica sviluppata nel primo volume (in riferimento alle
ermeneutiche di Heidegger, Gadamer e Vattimo) alle ontologie del
dopofilosofia di Lyotard,
Rorty e Derrida e traccia il nesso che intercorre tra metafisica e
linguaggio, filosofia e democrazia.
Hans Albert, università di
Heidelberg
Peter Bieri, Libera Università
di Berlino
Michele Borrelli, Università
della Calabria
Hermann Lübbe, Università di
Zurigo
Gerard
Radnitzky, Università di Bochum
Albrecht Wellmer, Libera
Università di Berlino
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