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Col suo
progetto postmetafisico di fondazione (ultima)
di filosofia e scienza, Karl-Otto
Apel si propone di ripercorrere le impostazioni
di Aristotele, Descartes,
Vico e Husserl, nonché della filosofia analitica
e sviluppare un terzo paradigma della
philosophia prima, un paradigma della conoscenza
non più coscienzialistico o soggettivistico, ma
intersoggettivo, che si basa tanto sulla comunità
argomentativa storica quanto sulla comunità
argomentativa ideale (illimitata). In questo suo tentativo originale
e unico di ricostruzione/trasformazione
trascendentalermeneutica della filosofia moderna,
Apel si avvale, tra l’altro, della
semiosi triadica
(rappresentazione iconica, rappresentazione indessicale
e rappresentazione simbolica) delineata da
Peirce, per portarsi oltre la
semiosi diadica di
Kant di una struttura conoscitiva solipsistica
(o trascendentalsolipsistica come quella
teorizzata da Husserl) concepita, cioè, ancora
sulla relazione soggetto-oggetto della conoscenza e recuperare, rispetto ai
paradigmi tradizionali della filosofia prima, non solo l’inaggirabile
a priori o funzione trascendentale del linguaggio, ma anche l’inaggirabile
a priori trascendentale della comunità argomentativa
e, quindi, l’intersoggettività come condizione di possibilità di ogni
pretesa di validità e di verità. Questa ricostruzione-trasformazione
postmetafisica della filosofia moderna su basi
trascendentalermeneutiche, ossia
trascendentalsemiotiche, pone fine già
dall’inizio non solo alla distinzione-opposizione tra scienze dello spiegare
(della natura: sapere nomologico) e scienze del
comprendere (spirituali: sapere storico) in quanto i due a priori qui
menzionati (quello del linguaggio e quello della comunità
argomentativa) sono presupposti
inaggirabili sia della conoscenza delle scienze
naturali sia della conoscenza delle scienze spirituali, ma offre anche, con
la messa in luce dei presupposti appunto inaggirabili
del discorso, sulla linea teoretica delle evidenze acquisite
dall’ermeneutica (Heidegger/Gadamer),
la possibilità di portarsi postweberianamente -
oltre gli scetticismi-relativismi postmodernistici
in generale o radicalizzati in particolare,
com’è il caso della detrascendentalizzazione di
Derrida, del contingentismo
pragmaticistico di Rorty
o del relativismo linguistico di Wittgenstein -
su un piano postcartesiano,
postkantiano e posthusserliano di
fondazione (ultima) di filosofia e scienza e, quindi, anche su un piano di
fondazione (ultima) della filosofia teoretica e pratica e, di conseguenza,
su un piano di fondazione (ultima) di norme, morale ed
etica. |