Michele Borrelli
IL PENSIERO PEDAGOGICO
Intervista di Francesca Caputo
Questo libro, strutturato sotto forma di intervista
curata da Francesca Caputo, riflette fin dal titolo
un preciso ruolo che secondo l’Autore può ricoprire
il pensiero pedagogico, in quanto capace di mettersi
in gioco nella sua essenza in quella tensione tra
utopicità e empiricità che fa da fondamento ai
concetti di uomo e società. Un pensiero pedagogico,
che vive conformemente a un Io solo fattuale e a una
contingenza che ha accantonato ogni resto di utopia,
non è una teoria critica né una critica della
teoria, ma espressione di riflessività negata, di
potenzialità disperse. Le generazioni odierne e
future hanno decisamente bisogno di un lavoro di
spiegazione del reale e di appropriazione di saperi;
la società complessa lo esige e lo presuppone, anche
se ciò non è sufficiente per il ruolo sociale di
soggetti attivi e responsabili. Bisogna che queste
generazioni sappiano interpretare,
possibilmente bene, il mondo sociale e il mondo di
natura e pensare, ovviamente, anche in termini di
trasformazione di una realtà umanamente
possibile e sostenibile. Si tratta di comprendere la
fattività sociale per diventarne gestori consapevoli
e responsabili. In rinvio alla complessità
antropologica dell’uomo, che lo costituisce nella
sua humanitas, la pedagogia è ricerca
ermeneutica di senso. Nella parte conclusiva,
l’Autore lancia una sfida al moderno nichilismo,
evidenziando che la paideia non è formare,
piuttosto liberare o rimettere ognuno
a se stesso, alla propria autonomia e
autodeterminazione. Autonomia e responsabilità,
queste le categorie di fondo per un futuro che
dipenderà dalle nostre scelte. Una semantica
pedagogica che voglia corrispondere a questo
assunto deve portarsi oltre la sua dimensione
strettamente cognitiva o razionale e
riappropriarsi necessariamente tanto della sua
dimensione normativa o etica
quanto della sua dimensione estetica o dei
sentimenti, dimensioni date con la complessità
antropologica dell’uomo e, perciò, innegabili.
Michele Borrelli è
professore ordinario di Pedagogia Generale
all’Università degli Studi della Calabria
(Dipartimento di Studi Umanistici). Ha insegnato
nelle università tedesche di Giessen, Francoforte,
Wuppertal e Norimberga. È presidente del Centro
Filosofico Internazionale Karl-Otto Apel e del
Premio Internazionale per la Filosofia intitolato
all’insigne filosofo.
Tra le opere più recenti:
Il tramonto della paideia in Occidente
(Pellegrini Editore, 2013); (con K.-O. Apel, R.
Fornet-Betancourt, H. Burkhart), La fondazione
dell’etica e la responsabilità per il futuro
(Pellegrini Editore, 2013); La ricerca del
fondamento in pedagogia - Contro una pedagogia
ridotta a scienza empirica (Pellegrini Editore,
2011); (con K.-O. Apel, R. Fornet-Betancourt, R.
Panikkar), L’intercultura: filosofia e pedagogia
(Pellegrini Editore, 2011).
Francesca Caputo è
dottore di ricerca in “Modelli di Formazione –
Analisi teorica e comparazione”; collabora alle
attività scientifiche e di ricerca della cattedra di
Pedagogia Generale del prof. Michele Borrelli; è
caporedattrice di “Topologik” – Rivista
Internazionale di Scienze Filosofiche, Pedagogiche e
Sociali.
Interessata ai nessi tra
teoria critica, teoria della comunicazione e
educazione, ha prodotto una monografia dal titolo
Scienza pedagogica comunicativa: Jürgen Habermas
(Pellegrini Editore, 2013). Oltre a ciò, un suo
ambito di ricerca prevalente verte sul rapporto tra
principi filosofici, etici e pedagogici. In
quest’ultimo ambito ha prodotto una trilogia dal
titolo Etica e Pedagogia, volume I
(Pellegrini Editore, 2011), volumi II e III
(Pellegrini Editore, 2012). |