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In questo
confronto tra ermeneutica e pragmatica trascendentale,
sviluppato intorno ai temi delle quattro impostazioni teoretiche
più discusse oggi in filosofia, e che interessa direttamente le
condizioni di possibilità di ogni argomentare (anche ermeneutico)
e quindi le condizioni di possibilità di ogni comprensione e
comunicazione, di verità e di giustificazione, di senso e di
critica del senso, sono chiamate in causa, oltre alla
pragmatica trascendentale di Apel, la teoria dei giochi
linguistici di Wittgenstein, l’ermeneutica dell’esserci (Dasein) (del primo Heidegger), nonché l’ermeneutica
della storia dell’essere (del tardo Heidegger) e la pretesa
di universalità dell’ermeneutica filosofica avanzata da Gadamer. Quali sono gli interrogativi
trascendentalpragmatici che fanno da sfondo in questo
confronto e che accomunano e, nel contempo,
distinguono e mettono allo scoperto le logiche interne alle
argomentazioni delle posizioni qui oggetto di riflessione? Gli
interrogativi sono i seguenti: è il logos del discorso
argomentativo a ricevere il suo fondamento di validità
dal senso temporale dell’essere e, quindi, dalla
storia (epocale) dell’essere o sono la temporalità
dell’essere e la storia epocale dell’essere a
ricevere dal discorso argomentativo il loro fondamento di
validità? In modo più generalizzato: la pretesa di validità di un’asserzione filosofica (di ogni asserzione
filosofica) dipenderà dal logos della temporalità e della
storicità dell’essere o dal logos sovratemporale e
sovrastorico del discorso argomentativo? Detto ancora
diversamente: è possibile parlare di pretesa universale di
validità in riferimento a un logos trascendentale o
tutto dipende dagli stili di vita o modi di
vivere (Wittgenstein) o da aperture storiche (Heidegger)
razionalmente non controllabili? E ancora: è possibile parlare
di fondazione o meglio di fondazione ultima,
nonché di etica del discorso e fondazione dell’etica o fondazione di norme, in ultima analisi, di fondazione della
scienza e della filosofia? A queste domande risponde con
illuminante chiarezza l’ermeneutica trascendentale di
Apel, sfidando tutti i relativismi e gli scetticismi che
accompagnano il pensiero moderno.
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